Come siamo messi?

Amanti del bosco, vicini e lontani (questa e’ in prestito!) ciao a tutti e benvenuti!

Come benvenuta e’ stata la pioggia liberatoria di fine agosto….liberatoria delle piu’ sfrenate teorie dei patiti del fungo che, come il mio migliore amico ogni volta che ceniamo insieme, non manca mai di raccontarmi sempre la solita barzelletta, cosi’ anche loro, rispuntando puntualmente come funghi, rispoverano le stesse formule magiche: 17 giornio dopo la pioggia…..1° quarto di luna……..non c’e’ nulla da fare, poca neve quest’inverno……….in basso e poi in alto….no, in alto e poi, eventualmente, in basso!……….

Ormai sono anni che sento queste fole: l’unica verita’ che sono sicuro di aver colto in 50 anni per boschi e’ che il porcino e’ un essere “anarchico”, fa come vuole e questa sua caratteristica rappresenta la sua fortuna e fascino!

Comunque sia finalmente e’ piovuto; qui un po’ meno e la’ un po’ di piu’, e sono gia’ passati i 17 giorni dai primi scrosci, in alcune zone seguiti da giorni di vento forte. Sta di fatto che la nascita dei nostri amati porcini e’ arrivata a zone, ed in genere ha prediletto le basse quote con boschi di cerro o di primo castagno, con buone crescite di fungo “magnan” e perfino di qualche ovulo: si sono infatti registrate ottime raccolte in Val Taro e Val Ceno, mentre resta ancora ferma o quasi la Val d’Enza e Val Parma, oltre al versante del pontremolese.

Da cio’ che mi si racconta ho quasi la sensazione che madre natura abbia scambiato il luglio con il settembre, con nascite di boleti estivi che si spingono fino al faggio, situazione caratteristica del mese di giugno/luglio; adesso inoltre sono comparsi anche i primi pinicola, di cui vi allego una qualche immagine con esemplari raccolti il precedente weekend; Rianna l’asinella mi indica che in settimana, tempo e vento permettendo, potremmo avere i primi edulis su quote piu’ elevate e coperte da faggi, e su questo potrei essere d’accordo con lei, visto  che i cultori della teoria lunare asseriscono che anche Ella ha dato il benestare…..STAREMO A VEDERE.

Nel frattempo vorrei spendere due paroline, poco poco, brevi brevi, sul comportamento di alcuni umani nel bosco:

1) Homo disorientabilis: cosa cavolo lasci un maglione legato ad un tronco o un ombrello rotto ficcato per terra, oppure scortichi un castagno o rompi rami, oppure ancora impili sassi o scavi buche? Mica mi dirai che hai trovato una fungaia e la marchi in questa maniera, vero? No, perche’ allora ti aggiorno di conseguenza: la gente del posto ha da tempo capito l’antifona ed allora o ti sposta di 50 metri l’ombrello e tu sei in braghe di tela ( e forse ora capisci il perche’ di alcuni tuoi buchi nell’acqua) oppure (e questo e’ lodevole) se lo carica in zaino per smaltirlo come si deve a valle……..quindi: se vuoi marcare per forza il territorio, o fai come la volpe, il gatto ecc…e non ti sto’ qui a spiegare perche’ superfluo, oppure, se proprio non puoi farne a meno, ti adegui tecnologicamente con un GPS, leggendone in anticipo il manuale d’uso, perche’ di rabdomanti in giro per i boschi alla ricerca dell’auto ne ho visti abbastanza!

B) Homo deambulantis: il bastone deve aiutare la deambulazione montana, con particolare effetto sulla salita, oltre che essere una lignea protesi e prolungamento della mano nello scostare le foglie alla ricerca degli “anarchici”: vorrei mi spiegassi il significato del bastone triforcuto, pentaforcuto, od incrociato con rastrello! Mica andrai per il bosco ravanandolo completamente, vero? Ed invece purtroppo qualche esemplare del genere esiste e l’ho visto anche dal vivo, all’opera! Non voglio esprimere completamente il mio pensiero perche’ spero che tali persone imparino presto il rispetto per la natura; mi limito comunque a ricordare che il piacere che provate tutti voi ora nell’andar per boschi, vorrei potesse essere il medesimo, della stessa integrita’, nel domani per i vostri figli: e questo dipende unicamente dal vostro comportamento e rispetto.

A presto, Fra’ Ranaldo da Scarzara

 

 

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