Chi, tra le proprie uscite per funghi, non ne annovera almeno una con il geometra da Villaminozzo non puo’ entrare a pieno titolo nella hit dei perfetti fungaioli: siccome io ho avuto la fortuna e la sventura di essere tra i pochi, vi faro’ partecipi dell’esperienza:
Qualche giorno fa, approfittando della clemenza del tempo e di una mezza giornata a disposizione, mi sono incrociato sul Passo del Cerreto con il nostro caro amico, con l’intento di raggiungere i costoni di faggio circostanti in cerca di funghi; lasciata Rianna nel parcheggio legata alla staccionata, mi sono accomodato sulla fungomobile del geometra, rigorosamente verde speranza, 4×4 ed a gas, per raggiungere una piazzola di parcheggio da cui poi avremmo cominciato la marcia di avvicinamento ai suoi “luoghi segreti”!
Gia’ dall’ingresso sulla fungomobile mi e’ parso subito evidente che il nostro geometra fosse in fase di scalpitamento frenetico, sebbene ancora con freno e frizione sotto i piedi, mentre l’occhio furtivo preferiva scrutare la sponda erbosa piuttosto che le buche del percorso, con grande disappunto della mia povera schiena.
Da subito mi e’ parso evidente che il geometra di Villaminozzo non lasciava nulla al caso: allo scarpone da professionista, egli abbinava un sistema cesto/zaino personalmente brevettato con il quale poteva riporre velocemente il raccolto nel primo cestino rinforzato con cartone ed alloggiato sul fianco destro a mo’ di colt, in modo (sostiene lui) da non perdere tempo nel ripulire subito i funghi e doversi togliere lo zaino con gerla ogni volta che ne raccoglieva uno, con “l’enorme vantaggio” che lo sguardo continuava imperterrito a vagare tra le foglie cercando gli eventuali funghi vicini: successivamente, a frenesia conclusa e dopo la seconda siringata di valium, si procedeva alla vuotagione del cestino, con pulizia del raccolto e stoccaggio nella gerla spalleggiabile; concludeva l’abbigliamento tattico un calzino da ginnastica quale sospensione al cesto negli spostamenti, oltre a coltellino con spazzola vincolato da sagola e moschettone alla cinta dello zaino.
Estasiato da cotanta tecnologia e perizia, ci inoltriamo quindi nei declivi di faggio al di sotto del Monte Casarola ed iniziamo la ricerca: in meno di 30 secondi il geometra non c’e’ piu’, o meglio, al suo posto inizio ad andar per funghi con uno stambecco dell’Himalaia, che d’un tratto non vedi piu’, mentre un secondo dopo riappare sulla cima del monte, incoraggiandoti a tal punto nell’ascesa che ti amputeresti subito almeno tibia e perone!
Mentre riesco a bloccarlo per un minuto per un veloce breefing, fa in tempo a spiegarmi che in quelle quote non serve la malizia del mucchietto sollevato di foglie o del fungo sotto le radici del faggio: li’, se trovi un fungo, ti ci siedi sopra! Questa nuova frontiera dell’andar per funghi e’ stata dal geometra da tempo sperimentata e ritenuta micidiale per ottenere corposi bottini!
E fin qui passi, mentre io comincio ad avere dubbi su me stesso, davanti a cotanta sapienzia! Ma… ahime’, poco piu’ avanti….. casca l’asino (non Rianna per fortuna!): il geometra, incocciando su tre begli esemplari di edulis, mette in atto il suo secondo teorema: passa sul primo fungo e lo lascia li’, passa sul secondo e fa lo stesso e cosi’ fa pure col terzo; gira intorno per un paio di metri e poi riprende da altra sponda ad avvicinarsi ai funghi gia’ visti: osservo sbalordito chiedendomi il perche’, mi risponde che lui fa sempre cosi’ perche’ tecnica infallibile: vedi i funghi, li lasci per terra, fai un giro largo, “li ritrovi” da un’altra angolazione, ci fai su l’occhio in modo che sei sicuro che non ne lasci indietro nemmeno uno………risultato: abbiamo perso 3/4 d’ora a cercare il terzo dei tre funghi che aveva trovato perche’ non si ricordava piu’ dove l’aveva visto! CROLLO DI UN MITO! Da quel momento ho rivalutato le mie convinzioni, riprendendo il cammino in cerca dei boleti, mentre lo stambecco da Villaminozzo continuava a spuntare tra un picco e l’altro!
La giornata e’ trascorsa quindi tra boschi spettacolari e scenari dai mille colori autunnali, con una discreta raccolta di porcini: quando quindi si e’ fatta l’ora del ritorno ed il geometra ha capito che proprio non ne avevo piu’, invece di incoraggiarmi con qualche “piccola ma benevola menzogna” sulla strada del ritorno, ha cominciato a descrivere con dovizia di particolari ogni minima asperita’ che avremmo trovato sulla via del rientro, con una leggera smorfia di goduria che trapelava dal suo volto; sta’ di fatto che sono riuscito a trascinarmi verso la fungomobile, ormai esanime, mentre il geometra faceva mostra degli ultimi 8 porcini che aveva trovato lungo la via del rientro, estraendoli sistematicamente dal cesto laterale ad ogni sosta del rientro, per farmeli passare sotto il naso chiamandoli “i miei bei fungotti”: ed in effetti erano veramente belli, ma per me che facevo fatica a capire dove ero e con chi, sinceramente dopo la 12° volta che me li faceva praticamente annusare, sinceramente della 13° facevo anche a meno.
Raggiunta finalmente la fungomobile e caricato il tutto, mi ha cosi’ riportato sul passo per recuperare Rianna: a quel punto il geometra e’ stato colto da un arresto circolatorio con incipiente ictus, la capigliatura gli si e’ indietreggiata fin all’attaccatura delle orecchie e la salivazione azzerata, mentre a fatica la sua voce faceva alitare le seguenti parole:”Hai visto il mio zaino con i funghi, per caso?”……silenzio di tomba…….. la mia fu una risposta negativa, che pero’ presagiva un finale a dir poco drammatico; “La’……l’ho lase’ in tal bosc!” esclamo’ lo stambecco, “Sicurament im l’han bele freghe’!”
Non aveva ancora finito di parlare, che gia’ lo scarpone pigiava sull’accelleratore della fungomobile, e fu cosi’ che il geometra scomparve nella nebbia del passo in direzione boschi di faggio. Poi il silenzio radio……… ed ancora sempre piu’ silenzio…… fino a quando la tecnologia ci venne in aiuto e squilla il cellulare: “Allora, l’hai trovato?” chiedo in ansia per lui; “Si……” risponde lo stambecco, che pero’ con la coda dell’ultima sillaba lasciava intravedere un finale tragico……”Bene” rispondo io, a cui segue un ululato piu’ da cammello mattonato nelle parti intime piuttosto che da stambecco dell’Himalaia…..”Bene un cacchio!” Risponde lui che, con voce tremula, racconta la dura e cruda verita’: dopo un tragitto a ritroso con la sua fungomobile per raggiungere quanto prima il cesto smarrito, fermando tutte le auto che incrociava sulla via per chiedere lumi e bloccare eventuali ladri, appare davanti agli occhi del geometra da Villaminozzo, giunto sul luogo del misfatto, la piu’ straziante delle scene che un fungaiolo appassionato si possa mai augurare: il suo “amato” cesto giaceva, perfettamente appiattito, in una prosperosa pozzanghera di acqua e fango, precisamente dietro alla piazzuola di parcheggio della fungomobile, completamente inzuppato d’acqua: ma……… per l’acqua………amen!………il geometra….piu’ che lo stambecco………aveva gia’ ricostruito, quale meticoloso RIS, la scena del crimine ed aveva gia’ capito che l’assassino dei suoi funghi non era stata l’acqua piovana, bensi’ il pneumatico posteriore sinistro della sua fungomobile che, da lui pilotata, aveva asfaltato con una precisione chirurgica lo zaino con “fungotti”!
Sono seguiti minuti interminabili in cui i guaiti e latrati lancinanti del geometra scuotevano l’imbrunire nelle valli di Sassalbo, ove lo stambecco tentava disperatamente di schiantarsi le corna contro i Groppi di Comano; riportatolo ad un minimo di ragione, e non sentendosela di aprire lo zaino, lo caricai su Rianna per rifocillarlo al piu’ vicino rifugio.
Ci vollero 4 litri di cordiale per riportarlo in senno ma a quel punto, ricordandomi con quanta dovizia di particolari mi descriveva, io moribondo, le irte vie del ritorno, decisi che era per me il momento di rigirare il coltello nella piaga………”In base al trattato da sempre scritto tra fungaioli……..occorre riconoscere il cadavere!” Quindi…il povero geometra fu costretto e convinto ad aprire lo spalleggiabile per prendere coscienza della…..marmellata!…..Vi garantisco…..era proprio cosi’…..dei trenta stupendi porcini non rimaneva che marmellata di fungo………pestata con tal meticolosita’ che nemmeno il bimby riuscirebbe a frullare! Questo e’ quanto, non vi dico in quanti avevano la pancia in mano (10) ed in quanti, proprio di ridere non ne avevano voglia (1); vi posso solo sinceramente garantire che anche per me…….oltre al ridere….veniva da piangere!
E quindi, per sdrammatizzare e concludere, vi propongo nella categoria “ricette con funghi” quella studiata dal geometra da Villaminozzo: Pate’ di funghi rullati!
A presto, Fra’ Ranaldo