Chi fosse davvero Fra’ Ranaldo nemmeno io di preciso lo so; si narra di lui quale incontro fortuito nelle foreste di faggio del nostro appennino, si dice giungesse dalle piane di Scarzara fino a spingersi sui crinali sopra il Cerreto, sempre accompagnato da Rianna, la sua fidata asinella.
Se fosse frate, pellegrino o mago non saprei, ne’ che cosa lo spingesse a vagare per quei monti: mi fu pero’ subito manifesto il senso di gratitudine che lui continuamente manifestava per poter condurre una vita quale la sua, vita fatta di profumi, viste e sensazioni che solo il monte, la macchia e le rocce potevano dare.
Ma cio’ che dai monti riceveva, lui ripagava, insegnando il rispetto per quei luoghi, mostrando le chiavi per vivere al meglio le ore tra i monti, perche’ restassero intatti ai posteri, cosi’ come lui li aveva conosciuti.
E se poi Rianna sapesse davvero in anticipo il cambio del tempo o se sapesse davvero indicare i funghi per terra con le sue lunghe orecchie, questo fatevelo raccontare da altri che hanno avuto la fortuna di incontarlo: io lo voglio ricordare quale esempio di rispetto e di simbiosi con la natura rendendolo qui, come nei boschi, sempre vivo e presente: Fra’ Ranaldo da Scarzara.
Sono più di 500 lune che l’ Umanità aspettava questo momento. Frà Ranaldo esiste veramente e non è il frutto di visioni da distillati di frutta.
Lui ha seguito la strada del Pellegrino, architettando chissà quale percorso per scoprire nuove traiettorie e rimirar nuovi orizzonti.
‘Rianna l’ asinella: anche lei non è leggenda e solo grazie a lei che Fra Ranaldo ha di certo mitigato la sua non certa promessa di castità. Certo potrebbe, invece, lo esperimento di traiettoria a terga della fedele ciuca.
I Lupi ti ammirano, o umano di saio vestito. A presto.