Ciao a tutti, innanzitutto scusatemi per il mutismo di questi ultimi giorni: un po’ il post mondiale ma soprattutto gli ultimi eventi atmosferici che hanno colpito il nostro territorio, Parma in testa, mi hanno turbato a tal punto da annientare la mia spontanea voglia di scrivere, soprattutto se di funghi; infatti oggi proprio di funghi non ci penso nemmeno a parlarne, voglio invece far mente locale su quanto accaduto.
Vorrei proporvi l’esperienza filmata e vissuta dal nostro amico Delpo, trovatosi per fatalita’ nel punto piu’ colpito dall’alluvione di Parma e nel momento di esondazione del torrente Baganza: lo sgomento di quanto sta’ succedendo provoca emozioni che partono dall’incredulita’ ed arrivano alla rassegnazione, con l’unica certezza di un terzo piano che ti ha salvato per miracolo…..sentite:
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Si pensa sempre, davanti alla televisione, che tali eventi accadano lontano, ed un po’ egoisticamente ci si sente in un qualche modo fortunati per il non essere magari chiusi tra mare e monti in balia di queste ormai troppo note e frequenti “bombe d’acqua“! Invece poi, il giorno dopo, ti trovi la strada davanti a casa tua trasformata in un torrente in piena, con rami ed auto trascinati a forza dalla corrente, ad infrangersi contro le tue sicurezze e contro quel luogo sicuro che piu’ sicuro non e’!
Ormai la normalita’ diventa un clima che sta’ cambiando assumendo connotati sempre piu’ tropicali ed in cuor mio penso che questa rimanga una delle cause principali dei disastri che stanno colpendo un po’ tutta l’Italia; se poi pero’ a questo sommiamo il fatto che la pianificazione e gestione del territorio segue strade molto piu’ che discutibili, che opere ed infrastrutture di salvaguardia e tutela della popolazione e dell’ambiente non possono essere ne’ rinviate, ne’ essere oggetto di pastoie e ritardi burocratici, se l’uomo e’ sempre piu’ incline al chiedere piu’ che al fare, al pretendere piu’ che al dare….beh…allora bisogna che ricominciamo dalle cornicine sul foglio a quadretti: bisogna ricominciare dal famoso badile e far capire che il fosso del mio campo lo devo pulire e che non puoi aspettare che la neve si sciolga o che altri la sbadilino…penso che sia ormai ora che tutti debbano metterci un po’ del loro….ogniuno per quanto possibile!
Ed e’ qui che voglio arrivare, perche’ da ogni calamita’, sventura o sciagura c’e’ sempre un insegnamento od una considerazione da cogliere: mai e poi mai avrei pensato ad una risposta cosi’ immediata e numerosa, con uno slancio commovente, di giovani che, badili alla mano e stivali ai piedi, da tutta la citta’, dalla provincia ed oltre, si sono riversati nel fango e lo stanno sconfiggendo: forse perche’ ho sempre pensato alle nuove generazioni, e ne chiedo umilmente venia, quali schiere di bravissimi ragazzi ai quali pero’ mancasse un po’ di spunto, di sprint……..di benza: lo slancio, la volonta’ ed anche la bellezza di tante facce pulite mi hanno fatto respirare un’aria piu’ pulita, piu’ fresca….un’aria di fiducia per un futuro che ci vede tutti coinvolti! GRAZIE RAGAZZI!
condivido in pieno le tue emozioni del momento e apprezzo tantissimo il tuo concetto che è arrivato il momento di non rifugiarsi dietro “tanto qualcuno ci penserà”, fin dove è possibile impegniamoci a pulire il nostro fosso che anche se è poco può servire agli indifferenti a farli riflettere che tutti facciamo parte di un mondo e dobbiamo difenderlo perchè alla fine dobbiamo viverci. bravo frà ranaldo, non ho il piacere di conoscerti, ma ti stimo molto per le tue emozioni ed il tuo modo di pensare
Prima ce l hanno con l abbandono delle campagne poi ti dicono che se tagli un terreno l acqua non drena più ! Aloa cosa dovemo fae?